Quiet Thriving: Cos'è e come ridisegnare il tuo lavoro per essere felice

Negli ultimi anni, il dibattito sul mondo del lavoro è stato dominato dal Quiet Quitting.
Questa "dimissione silenziosa" è emersa come una risposta difensiva al burnout: fare il minimo indispensabile per preservare la propria salute mentale.
Tuttavia, sebbene il disimpegno possa proteggere dallo stress immediato, a lungo termine presenta un conto salato: noia, stagnazione e la sensazione di sprecare otto ore al giorno in un limbo emotivo.
Esiste però un’evoluzione positiva di questo fenomeno, una strategia che sta guadagnando terreno tra i professionisti più consapevoli: il Quiet Thriving.
Che cos'è il Quiet Thriving?
Il Quiet Thriving (letteralmente "prosperare in silenzio") ribalta la prospettiva del Quiet Quitting.
Invece di disimpegnarsi e ritirarsi emotivamente, il lavoratore decide di intervenire attivamente sul proprio ruolo attuale per renderlo più appagante.
Non si tratta di lavorare di più, né di assecondare la cultura dell'iper-produttività (hustle culture).
Si tratta di lavorare meglio per se stessi, modificando le dinamiche quotidiane affinché il lavoro rispecchi maggiormente i propri interessi, valori e punti di forza.
L'obiettivo non è compiacere il capo, ma ritrovare la propria motivazione intrinseca senza la necessità traumatica di cambiare azienda.
Il motore del cambiamento: Il Job Crafting
Alla base del Quiet Thriving c'è una tecnica di psicologia organizzativa nota come Job Crafting.
Questa pratica suggerisce che i dipendenti possono "scolpire" il proprio lavoro su misura.
Per passare dalla sopravvivenza alla prosperità, è necessario agire su tre aree fondamentali:
1. Rimodellare i compiti (Task Crafting)
Spesso ci sentiamo vittime della nostra To-Do List.
Il Task Crafting implica una revisione delle proprie mansioni.
- Come farlo: Identifica le attività che ti danno energia e quelle che te la tolgono. Cerca di delegare, automatizzare o ridurre le seconde, e proponiti volontariamente per progetti che includono le prime.
- Esempio: Se sei un amministrativo con la passione per la grafica, potresti proporti per migliorare la presentazione visiva dei report aziendali.
2. Rimodellare le relazioni (Relational Crafting)
La qualità della nostra vita lavorativa dipende dalle persone con cui interagiamo.
Il Quiet Thriving richiede di curare l'ecosistema sociale dell'ufficio.
- Come farlo: Cerca attivamente la collaborazione di colleghi che ti ispirano o con cui hai affinità. Al contempo, stabilisci confini sani con chi tende a lamentarsi costantemente o a creare un ambiente tossico.
3. Rimodellare la percezione (Cognitive Crafting)
Questo è un cambiamento di mindset.
Si tratta di riformulare il modo in cui vedi il valore del tuo lavoro.
- Come farlo: Smetti di guardare al tuo ruolo come a una serie di compiti isolati e inizia a visualizzare l'impatto finale.
- Esempio: Un addetto al supporto tecnico non sta solo "risolvendo ticket", ma sta permettendo ad altre persone di lavorare senza stress. Trovare un senso di scopo (purpose) è l'antidoto più potente all'alienazione.
## Perché scegliere il Quiet Thriving invece di dimettersi?
In un periodo di incertezza economica, cambiare lavoro non è sempre un'opzione praticabile o sicura.
Il Quiet Thriving offre una terza via tra la rassegnazione e le dimissioni.
I vantaggi principali includono:
- Aumento dell'Agency: Ti senti di nuovo al comando della tua vita professionale.
- Riduzione del Burnout: Allineare il lavoro ai propri valori riduce lo stress cognitivo.
- Crescita Professionale: Prendere l'iniziativa spesso porta a scoprire nuovi talenti che possono essere spesi per future promozioni o nuove carriere.
Da spettatore a protagonista
Il passaggio dal Quiet Quitting al Quiet Thriving è un cambiamento di atteggiamento: si smette di aspettare che l'azienda perfetta arrivi dall'esterno e si inizia a trasformare l'ambiente in cui si è già.
È l'arte di fiorire dove si è piantati, ridisegnando il proprio presente lavorativo un giorno alla volta.



